Come da consolidata tradizione – la prima giornata piemontese dedicata alla celebrazione di due dei più affermati prodotti del made in Italy enogastronomico fu nel 2011, in anticipo rispetto alle celebrazioni nazionali – anche quest’anno Ais Piemonte ha organizzato un evento di grande interesse per omaggiare la cultura del vino e dell’olio.
Il Museo di Antichità – Polo Musei Reali di Torino ha ospitato l’incontro dedicato a “La rappresentazione del vino nella tradizione pittorica tra Medioevo e Rinascimento” condotto con maestria da Ilario Manfredini, storico dell’arte, sommelier Ais e in precedenza sindaco di Fenestrelle (Torino).
Manfredini ha guidato i partecipanti lungo un percorso di analisi, e di legame con i vini italiani, di alcuni dei maggiori ambiti artistici nazionali nei quali si inseriscono il vino e la tradizione vitivinicola.
Si è partiti con il vino nella tradizione classica: il mito di Bacco e dei baccanali negli affreschi della Villa dei Misteri di Pompei, per proseguire con il vino nella tradizione religiosa: il vino come simbolo del sacrificio di Cristo, come rappresentato in alcune opere di Paolo Veronese: le Nozze di Cana e le Nozze a casa di Levi e in alcuni affreschi che si possono ammirare nei Sacri Monti piemontesi.
La terza tappa del percorso si è interessata della rappresentazione del paesaggio vitivinicolo, sinonimo del concetto del buon governo, iconizzato sia nell’opera di Simone Martini Guidoriccio da Fogliano all’assedio di Montemassi, sia nel dipinto di Benozzo Gozzoli conservato al museo San Francesco di Montefalco, che rappresenta il santo che predica fuori le mura della città, con i vigneti sullo sfondo.
L’ultima tappa, che ha riguardato la rappresentazione della vendemmia quale figurazione del rapporto tra il vino e la tradizione popolare, si è avvalsa di diverse sezioni di affreschi e quadri più ampi, ove si poteva ben assaporare la meticolosa organizzazione che ha sempre contraddistinto il momento della raccolta dell’uva.
Al termine dell’incontro, gli appassionati hanno partecipato al banco di assaggio, che per sancire con i prodotti vitivinicoli moderni l’attualità del rapporto tra il vino e l’arte, ha proposto il vino irpino Taurasi quale legame con la mitologia e il mondo classico, i vini Amarone (Veneto) e Lessona (Piemonte) quali icone della tradizione religiosa, il Brunello (Toscana) e il Sagrantino (Umbria) come rappresentanti di tutti i prodotti enologici che hanno modellato il paesaggio, e, infine, i vini trentini San Leonardo e Granato come figli del lavoro cui si collega la tradizione popolare.
Ricordiamo che sono state venti le sedi museali nazionali che hanno aperto le porte per accogliere gratuitamente il pubblico in occasione della Giornata Nazionale della Cultura del Vino e dell’Olio promossa dall’Associazione Italiana Sommelier.
L’edizione 2018 si inseriva tra gli eventi che celebrano il 2018 quale Anno del Cibo Italiano, proclamato dai dicasteri delle Politiche agricole e dei Beni culturali, e Anno Europeo del Patrimonio Culturale, designato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea.
La giornata, grazie alla partecipazione del Ministero dell’Istruzione e dell’Ispettorato centrale della Tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Mipaaf, ha dedicato alle scuole un progetto di tutoraggio che coinvolgerà istituti agrari, licei classici e scuole primarie e medie, durante il quale i funzionari dell’Ispettorato illustreranno ai ragazzi caratteristiche e virtù dell’olio extravergine d’oliva.
Gli appassionati piemontesi presenti al Museo di Antichità – Polo Musei Reali di Torino hanno anche potuto partecipare a visite guidate al Museo, che oltre ad illustrare l’ampio patrimonio museale presente nella città subalpina, hanno approfondito la presentazione dei reperti delle collezioni direttamente collegate alla coltivazione della vite e alla preparazione dei prodotti enologici nei secoli.
Pur se ha visto la prevalenza del vino, per il quale il Piemonte occupa le posizioni di vertice mondiale in termini sia produttivi sia qualitativi, la giornata piemontese ha visto la presenza anche di produzioni olivicole, rese possibili dai cambiamenti climatici che consentono anche in territori quali quello piemontese e nella bassa Valle d’Aosta, la coltivazione dell’olivo a fini produttivi, con ragguardevoli risultati qualitativi.
(Già apparso su LangheRoeroMonferrato)