Questa mattina avevamo appuntamento alle 11 con Olek Bondonio, ma a causa della neve, abbiamo dovuto rimandare il nostro incontro al pomeriggio, così ci siamo diretti all’Enoteca Regionale del Barbaresco dove troviamo sempre buoni spunti, soprattutto grazie alla consulenza delle tre gentili signore che ci lavorano, sempre disponibili a togliere ad ogni turista qualsiasi curiosità.
L’Enoteca Regionale del Barbaresco sorge all’interno dell’ex Confraternita di San Donato, una piccola chiesetta costruita dagli abitanti a metà ottocento come ringraziamento per l’ottima produzione vitivinicola.
Guardando tra gli scaffali mi accorgo di un paio di etichette con scritto le MGA (Menzioni Geografiche Aggiuntive): Montefico e Montestefano prodotte dall’azienda agricola La Cà Nova.
Incuriosito chiedo qualche informazione di questo produttore ad una delle signore dietro il bancone, che prontamente me ne parla benissimo e mi consiglia di provare il loro Langhe Nebbiolo.
Così, prendendo la palla al balzo, li contattiamo telefonicamente, ma, ahimè, nessuno risponde.
A quel punto la signora dell’Enoteca mi dice:”andate direttamente da loro, staranno spalando la neve adesso, sono in cima alla salita, potete andarci a piedi”.
Come previsto, erano proprio lì fuori, con la pala in mano a spazzare il vialetto.
Con grande cortesia ci accoglie Marco Rocca che ci fa accomodare in una piccola sala degustazione dominata da un grande tavolo con attorno tante antiche bottiglie di Barbaresco.
Mi accorgo che sul muro è appesa la prima cartina di Barbaresco realizzata da Renato Ratti nel 1984, ne avevo già vista una nel libro delle MGA di Alessandro Masnaghetti, ma mai una originale.
Non appena ci sediamo la mia prima domanda è: “Mi racconteresti la storia della tua azienda?”
Marco: “L’azienda nasce tra il 1920/1930 e oltre a fare vino avevamo anche la stalla e i frutteti, poi da quarant’anni a questa parte facciamo solo vino. Questa è una cascina che risale all’800 e oggi l’azienda è condotta da me, mio fratello, mio padre e i miei zii”
Incuriosito dai suoi cru ho chiesto: “Ho visto che voi producete due storiche MGA di Barbaresco: il Montefico e il Montestefano. Quali sono le differenze?”
Marco: “I vecchi dicono che il Montestefano è il cru che tende a “Baroleggiare” di più perché ha struttura, corpo e tannino molto importanti e per questo motivo necessita di più tempo. Il Montefico invece è più fine ed elegante, si apre prima ed è possibile berlo “giovane”. Tra l’altro i due cru hanno la stessa esposizione a Sud – Sud/Est e sono molto vicini tra loro, il Montefico è una grande conca mentre il Montestefano fa più schiena. Le vere differenze le troviamo principalmente nelle annate fredde dove la vendemmia è tardiva e le caratteristiche delle due colline sono più marcate. Nelle annate calde invece il tannino è più morbido e i vini si aprono prima, per questo motivo le differenze sono meno evidenti.”
Parlare con Marco, è come parlare con un nuovo amico, ti senti rilassato e al tempo stesso hai quella voglia di conoscere tutto del suo lavoro, così chiedo: “Che annata è stata la 2015?”
Marco: “Annata discretamente calda, quindi leggermente anticipata, non come il 2017, ma abbiamo vendemmiato la prima settimana di ottobre e quindi un’annata abbastanza pronta. Lo si può bere già adesso anche se è molto giovane. Quindi non sarà un’annata che permetterà una grande longevità. Per i primi 10/12 anni sarà molto buono e poi inizierà a scendere. Se vogliamo dividere le annate in: annate calde e fredde, la 2015 la possiamo senz’altro mettere nelle annate più calde.”
“… e qual è stata l’annata migliore della tua azienda?”
Marco: “2001, ma anche la 2016 sarà una grandissima annata. E’ un annata che dà un tannino già morbido, ma al tempo stesso ha anche una tale struttura e un tale corpo che lascia presagire un grande invecchiamento. Le annate con queste caratteristiche arrivano ogni 15/20 anni. La 2016 è stata un’annata discretamente abbondante e siccome la pianta aveva fatto maturare l’uva molto bene, alla svinatura abbiamo avuto più vino di quello che uno si aspettava perché gli acini erano gonfi.”
“… e la peggiore?”
Marco: “La 2002 e la 1994. Tutte le altre sono state da buone a molto buone.”
Dopo aver fatto un bel giro in cantina nella bottaia ed aver ammirato le due colline innevate da dove provengono le due MGA di punta dell’azienda arriviamo finalmente ad assaggiare i due vini.
Barbaresco Montefico vigna Bric Mentina 2015: al naso è già aperto ed espressivo con fresche note balsamiche e mentolate ed in bocca risulta già equilibrato con un tannino levigato ed elegante. Un vino godibilissimo dal primo assaggio e che si potrebbe abbinare benissimo a della cacciagione stufata.
Barbaresco Montestefano 2015: si presenta un pochino più chiuso rispetto al Montefico ma più sapido e fresco. In bocca è corposo con una bella struttura che lascia presagire un lungo invecchiamento e con un tannino austero mai irruento. Come consigliato da Marco questo è un vino che darà gradi soddisfazioni in divenire e aspetterei qualche anno prima di aprire la bottiglia e goderne appieno.
La visita all’azienda La Ca’ Nova è stata illuminante per le mie conoscenze di questa zona e la disponibilità di Marco nel raccontarci l’amore per il suo Barbaresco ci ha dato un grande entusiasmo forse è per questo che si dice che le cose più belle accadono sempre quando meno te le aspetti.