Negli anni di studio e di approfondimento abbiamo capito che di un vino possiamo analizzare tutte le caratteristiche organolettiche, esaminare il terreno su cui sono cresciute le uve e le tecniche enologiche usate, ma che in realtà quello che cerchiamo nel vino è semplicemente l’emozione che ci restituisce: questo è ciò che ci lega e ci inserisce, innanzitutto, in quella grande categoria degli appassionati di vino.
Noi siamo appassionati di vino, questo prima di qualsiasi altro titolo di merito nel mondo del vino e prima delle velleità professionali e, per questo motivo, siamo naturalmente attratti da chi considera questa passione un pezzo importante della propria vita.
Nei nostri incontri siamo piacevolmente incappati in un appassionato di quelli che ti coinvolgono con la propria voglia di raccontarti le cose belle che ha scoperto, perché quelle emozioni provate possano essere condivise dal maggior numero di persone. Lui è Gionata Venesio di Petit Perlage.
Gionata è un brillante ragazzo con una spumeggiante carica esplosiva che ti trascina da subito, energico e pieno di aneddoti interessanti da raccontare, di grande cultura, di quelli che ti lasciano spunti su cui riflettere per lungo tempo; caratteristiche che si abbinano benissimo alla sua grande passione: lo Champagne.
Siamo andati a conoscerlo a Serralunga di Crea per scoprire anche il luogo dove la sue idee prendono forma. Ha progettato e realizzato un Campus dove poter fare delle vere e proprie esperienze formative attraverso la sua School of Champagne, un evento didattico dedicato a questo vino così evocativo destinato a tutti: dai curiosi, ai sommelier e agli operatori di settore.
In questo weekend Gionata in persona porta i partecipanti a scoprire tutti i segreti della produzione dello spumante più famoso al mondo, a imparare a distinguerne le caratteristiche, a creare le Cuvée come dei veri chef de cave, a scoprire le zone e gli apporti dei terreni nei vini in degustazione. Ha perfino piantato filari di Chardonnay, Pinot Nero e Meunier per apprezzarne le caratteristiche delle piante e i metodi di potatura. Il tutto reso speciale dalla sua coinvolgente dedizione e professionalità che si avvale di 18 anni di duro lavoro nel mondo dello Champagne.
È partito con la prima apecar da Champagne, con il cassone pieno di ghiaccio ai festival jazz del Monferrato, poi temporary shop nella zona, un ristorante champagnerie, una pizzeria champagnerie e, infine, il lavoro da importatore di Champagne di vigneron selezionati, che ora affianca il suo ruolo di formatore e di event planner dedicato allo Champagne.
Il suo progetto è semplice: dispensare emozioni. Una cosa di questo genere la si può fare solo se si è degli innamorati folli che credono fino in fondo in quello che fanno. E Gionata ci mette anima e corpo in quello che fa: tutti i produttori che rappresenta in Italia li conosce personalmente, partecipa in modo attivo alle fasi produttive del vino, dalla vendemmia, agli assaggi per definire le cuvée.
Lui crede in quei prodotti perché li ha visti realizzare e, in parte, ha anche dato una mano. Per questo motivo esige dai suoi clienti operatori del settore che anche loro conoscano a fondo i vini che a loro volta venderanno ai consumatori finali; per questo organizza momenti di formazione nei quali mostra i campioni di terreno, invita direttamente i produttori a raccontare i loro vini, cerca di trasmettere la passione che c’è dietro al prodotto, perché nessun granello di essa si perda nel ciclo distributivo.
E così è stato anche per noi. Durante il nostro incontro abbiamo bevuto il Brut Tradition dell’azienda Bourdaire Gallois e la descrizione e gli aneddoti di Gionata ci hanno fatto capire e apprezzare più a fondo il vino che abbiamo bevuto: non solo abbiamo trovato la freschezza e la mineralità nel bicchiere dovuta al sottosuolo sabbioso pieno di silice, ma abbiamo letteralmente toccato, con mano, quel terreno.
Champagne Bourdaire Gallois Brut Tradition: 100% Meunier coltivati in regime biologico in conversione verso il biodinamico. Vin clair del 2012 con un 30% del 2011, 48 mesi sui lieviti. Al naso regala delle note fragranti e di spezie, ma anche note profonde di iodio e di selce. In bocca impressiona per la freschezza e la mineralità e rimane comunque opulento. Il retrogusto è quasi citrico, con uno splendido finale di burro di cacao molto interessante.
Incontrare delle persone così preparate e appassionate che condividono la tua visione di fondo del mondo del vino, non può che creare legami da coltivare e affinare.
Immaginiamo che insieme a Gionata potremo iniziare interessanti collaborazioni e continuare in questa missione del raccontare il vino, facendolo nel modo che ci piace e ci interessa e con le persone che questa passione ce l’hanno e fremono nel volerla condividere.