Il Timorasso è un vitigno a bacca bianca, autoctono del Piemonte e più specificatamente dei Colli Tortonesi – zona a est sud/est, ai confini con la Lombardia e la Liguria.
Il Timorasso è stato riscoperto – come molti altri vitigni autoctoni – in questa nuova vita del vino italiano (seconda vita nata dopo lo scandalo del vino al metanolo del 1986, considerato in Italia l’anno ‘zero’ per la produzione su vasta scala di vino di qualità).
Il ‘padre’ del Timorasso è Walter Massa, che in un gioco di parole riassume le caratteristiche di questo vitigno: ‘si scrive Timorasso, si legge TimoROSSO’. Il vino che si ottiene ha infatti una notevole struttura, spalleggiata da freschezza e mineralità: tutte caratteristiche che rendono questo vino adatto all’invecchiamento.
Il 6/7 Aprile, al museo Orsi di Tortona, si è tenuto l’evento di presentazione del Derthona (nome del vino bianco a base Timorasso, che richiama il vecchio nome della città di Tortona e che i produttori dei Colli Tortonesi puntano a valorizzare). La location è già un programma, perché il museo ospitante è quello delle machine agricole, poetico richiamo al collegamento tra il vino presentato e il terroir. All’evento sono intervenuti oltre 50 produttori.
Confermando la validità del gioco di parole, i produttori storici presentano il vino – come se fosse un rosso – a temperatura ambiente (domenica 7 c’era una bella giornata di sole, ma l’aria era frizzantina, e il vino cmq non era caldo), esaltando la struttura e gli aromi che spesso riportano all’idrocarburo; i giovani produttori, o quelli che relativamente da poco tempo si sono cimentati con il Timorasso, puntano sul vino fresco, presentato sui 10-12 gradi; in questo secondo caso, si esalta la freschezza e la mineralità del vino, un po’ a discapito della complessità olfattiva e gustativa, ma che evidenzia la grande versatilità di questo vino.
I prezzi delle bottiglie indicati dai produttori variano dai 15 ad anche oltre 100 euro, con una grande forbice che dipende dall’annata e dal nome del produttore.
Forse la crescita dei prezzi di queste bottiglie che è avvenuta in questi ultimi anni e che potrebbe continuare, unita alla crescita di interesse per questo vino grazie anche al pluri-decennale impegno per la promozione perseguito con caparbietà da Walter Massa, ha spinto molti langaroli ad investire nei terreni dei Colli Tortonesi: questo anche grazie al fatto che, al contrario del Barolo, l’attuale disciplinare di produzione del Timorasso non obbliga la presenza della cantina di vinificazione sullo stesso territorio di coltivazione delle uve. E così, all’evento sul Derthona troviamo anche barolisti importanti come Borgogno e Fontanafredda, La Spinetta, Viberti, Vietti, Voerzio, oltre a chi come Montalbera è noto per il Ruchè.
Speriamo che questo interesse ampi ulteriormente la notorietà di questo grande vino bianco (ma anche un po’ rosso…), senza però omologarne la produzione, che farebbe perdere di vista le peculiarità del vitigno.